L’escape immunologico caratterizzato dalla perdita dell’antigene CD19 sulle cellule tumorali rappresenta una delle principali cause di perdita di risposta al trattamento con CAR-T antiCD19. Wang, et al. hanno adottato una nuova tecnica di trattamento per pazienti affetti da leucemia acuta linfoblastica B (B-ALL) e linfomi non hodgkin B (B-NHL) recidivati/refrattari caratterizzata da un “cocktail” di due diversi prodotti CAR-T monospecifici antiCD19 e antiCD22.
Tra marzo 2016 e gennaio 2018 sono stati trattati 89 pazienti con questo ‘cocktail’. Dopo un trattamento linfodepletivo di 3 giorni con fludarabina e ciclofosfamide a dosi di 25 mg/die e 300 mg/die rispettivamente sono state infuse separatamente e in giorni successivi CAR-T cells antiCD19 e antiCD22. La terapia si è dimostrata efficace e con basso profilo di tossicità.
In particolare, tra i 51 pazienti affetti da B-ALL è stato ottenuto un tasso di MRD negatività del 96% con PFS e OS mediane di 16,6 e 31 mesi rispettivamente.
Tra i 38 pazienti con B-NHL sono stati osservati tassi di ORR e CR del 72% e 50% rispettivamente, con PFS mediana e OS mediana di 9.9 e 18 mesi rispettivamente. Le CRS e neurotossicità di grado elevato si sono manifestate nel 22,4 % e 1,12% rispettivamente, reversibili nella totalità dei casi. Il dato più interessante però riguarda le recidive, in quanto è stato identificato un solo paziente con perdita del CD19 di superficie sulle cellule tumorali alla recidiva, suggerendo che questa strategia terapeutica potrebbe potenzialmente ridurre i fallimenti terapeutici di CART dovuti all’escape immunologico.